La letteratura la descrive come un’aumentata responsività ai segnali esterni del cibo, ovvero la tendenza a mangiare in risposta alla stimolazione esterna, sensoriale, che porta i bambini con obesità a mangiare cibi saporiti e gustosi pur non avendo fame.
I bambini con obesità spesso hanno scarsa consapevolezza del senso di sazietà. Normalmente le persone ed i bambini che non hanno problemi con il cibo sono sensibili ai segnali di sazietà, al contrario i bambini con smettono di mangiare solo quando si sentono sgradevolmente ed eccessivamente pieni.
Molti bambini con obesità quando sono tesi o tristi spesso trovano sollievo nel mangiare e bere, da neonati vogliono il biberon per calmarsi, crescendo cercano conforto nelle bibite dolci. In letteratura viene definita la fame emotiva. In buona sostanza fanno affidamento sul cibo per regolare le proprie emozioni.
Si ritiene che ognuna di queste caratteristiche sia dovuta a fattori ereditari con una varianza che va dal 60 al 70%, mentre il 30-40% di questi comportamenti viene attribuito a fattori ambientali. Il fattore ambientale comprende una buona fetta di responsabilità del sovrappeso dei bambini; pertanto, questo dovrebbe incoraggiare i genitori riguardo la possibilità di aiutarli a sviluppare abitudini alimentari migliori.
Avere una routine regolare per i pasti e gli spuntini che dovrebbero essere consumati a distanza di tre ore circa e senza mangiare né bere altro durante gli intervalli, se non acqua.
Quando ai bambini è permesso di mangiare soltanto agli orari prefissati, iniziano a percepire la fame, che possono imparare a distinguere dalla sazietà che si prova a fine pasto.
Dare piccole porzioni e concederne altre fino a quando non si rende conto di essere sazio. I genitori non dovrebbero porre al bambino restrizioni di cibo ai pasti, ma permettergli di mangiare piccole porzioni di cibo finché sente di essere sazio, questo sarà utile anche a mangiare più lentamente.
Non lasciare a vista gli snack e dolci che potrebbero tentare il bambino, ma di quando in quando prevederli come parte del pasto normale e premettere al bambino di mangiarli come prima cosa, se lo desidera.
Fin da piccolissimi i bambini formano forti associazioni tra le esperienze emotive e il cibo che viene a loro proposto. Se dimostriamo ai figli il nostro affetto dando loro dei dolci, rendiamo questi ancora più dolcie, trattenendo il dessert finché non hanno mangiato il cibo sano, svalutiamo quest’ultimo agli occhi del bambino rendendolo ancora più speciale il dessert. Diversamente se il dessert è parte come un’altra del pasto, il bambino non gli darà troppo valore e imparerà a mangiare dolci con moderazione.
Sarà necessario che i bambini vadano esposti ai cibi dolci o cibo spazzatura per evitare di desiderarli troppo, a questo proposito potrebbe essere utile identificare una o più giornate durante la settimana dove inserire questo tipo di cibo. Pertanto, non tutti i giorni ad alcuni pasti ma limitarli ad alcune giornate specifiche.
È meglio prevenire l’instaurarsi di cattive abitudini alimentari già quando i bambini sono piccoli, perché poi, crescendo, modificarle sarà ancora più difficile. È importante comprendere che quando i bambini mangiano mentre guardano qualcosa alla TV di interessante oppure un film al cinema, non prestano attenzione alla sensazione di sazietà e non si fermeranno fin quando il cibo o il film non è terminato.
Dott. Massimo d’Angelo, nutrizionista pediatrico. Visite specialistiche: Milano, Padova, Bologna e Firenze. Tel: 3277728159